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Contenuto archiviato il 2023-03-06

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Studio rivela: l'HIV sfida il sistema immunitario umano

Secondo una nuova ricerca condotta da un team internazionale di scienziati, l'HIV (virus dell'immunodeficienza umana) si sta evolvendo rapidamente per aggirare le difese del sistema immunitario umano. Le scoperte sottolineano la difficoltà di sviluppare un vaccino efficace con...

Secondo una nuova ricerca condotta da un team internazionale di scienziati, l'HIV (virus dell'immunodeficienza umana) si sta evolvendo rapidamente per aggirare le difese del sistema immunitario umano. Le scoperte sottolineano la difficoltà di sviluppare un vaccino efficace contro questo virus in rapida evoluzione. Lo studio è stato in parte finanziato dall'UE con una borsa Marie Curie, e pubblicato online sulla rivista Nature. Al centro del sistema immunitario umano ci sono una serie di proteine specializzate: gli antigeni leucocitari umani (HLA). Queste proteine mostrano frammenti del virus HIV alle cellule T specifiche dell'HIV; in questo modo aiutano il sistema immunitario a riconoscere e ditruggere le cellule che sono infettate dal virus. Ereditiamo questi geni che codificano le proteine HLA dai nostri genitori, perciò ogni individuo produce proteine HLA leggermente diverse. Queste differenze spiegano in parte perché alcune persone positive all'HIV riescono a sopravvivere per molti anni senza terapia anti HIV, mentre altri sviluppano l'AIDS (Sindrome da immunodeficienza acquisita) nel giro di pochi mesi. Inoltre, certe varianti dell'HLA sono più comuni di altre, a seconda delle diverse zone del mondo. Tuttavia, troppo spesso il virus dell'HIV subisce mutazioni che gli permettono di sfuggire alle più efficaci proteine HLA. In questo recentissimo studio, gli scienziati hanno cercato di capire come l'HIV si adatta alla risposta immunitaria umana. Per riuscirci, hanno analizzato le sequenze genetiche dei geni HLA e del virus HIV in oltre 2.800 pazienti con HIV di 5 continenti diversi. Gli scienziati hanno scoperto che le mutazioni che permettono all'HIV di sfuggire alla risposta immunitaria legata ad un determinato gene HLA, erano più diffuse nelle popolazioni in cui anche il gene HLA era comune. Ad esempio, il gene HLA-B*51 è estremamente efficace nel controllare l'HIV. Nella maggior parte delle popolazioni in possesso di questo gene, tuttavia, il virus sviluppa rapidamente una mutazione per sfuggire alle proteine prodotte dal gene. In Giappone l'HLA-B*51 è abbastanza comune e i ricercatori hanno scoperto mutazioni per sfuggire all'HIV nel 66% degli individui che non possedevano il gene HLA-B*51. Al contrario, nel Regno Unito e in Africa, dove il gene HLA-B*51 è più raro, questo dato precipita e si assesta tra il 15 e il 25%. "Quando in una determinata popolazione è presente in numero elevato un gene HLA favorevole, notiamo alti livelli di mutazioni che permettono all'HIV di resistere al suo particolare effetto genico," ha spiegato il professor Rodney Phillips dell'università di Oxford, nel Regno Unito. "Potremmo dire che il virus supera la sua variazione umana." "Abbiamo osservato un effetto simile in ogni mutazione presa in esame," ha aggiunto il suo collega prof. Philip Goulder. "Ciò dimostra che l'HIV è estremamente incline ad adattarsi alla risposta immunitaria nelle popolazioni umane che sono più predisposte a contrarre il virus." Le scoperte hanno implicazioni per la progettazione dei vaccini contro l'HIV, in quanto quest'ultimi cercherebbero ovviamente di favorire la risposta immunitaria naturale più efficace. "Questo implica che una volta scoperto un vaccino efficace, questo andrebbe adattato frequentemente per rispondere al virus in evoluzione, in maniera simile a quanto facciamo attualmente con il vaccino dell'influenza," ha commentato il professor Goulder. Intanto, il professor Christian Brander dell'Institut de Recerca de la Sida IrsiCaixa, in Spagna, ha sottolineato: "Questo nuovo studio mostra chiaramente che la progettazione del vaccino deve andare di pari passo con gli studi sulla genetica umana, che ci aiuteranno ad individuare le differenze, ma anche i tratti comuni nella popolazione da vaccinare." Il professor Goulder ha comunque una visione ottimistica delle scoperte. "La tentazione è di considerare questo come una sconfitta, ovvero che i risultati indicano che il virus sta vincendo la battaglia," ha detto. "Ma non è necessariamente così. Potrebbe altresì essere che con la mutazione del virus si attivino risposte immunitarie diverse, che sono effettivamente più efficaci." Attualmente, oltre 33 milioni di persone nel mondo convivono con l'HIV e più di 2,5 milioni vengono infettate ogni anno. La malattia ha già ucciso almeno 25 milioni di persone.

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