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Contenuto archiviato il 2023-01-13

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Il dibattito interistituzionale sulla ricerca in materia di cellule staminali rivela l'ampiezza del divario etico in Europa

Nel discorso conclusivo pronunciato al seminario interistituzionale sulla ricerca in materia di cellule staminali, tenutosi a Bruxelles il 24 aprile, il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin ha elogiato i partecipanti per la professionalità con la quale hanno aff...

Nel discorso conclusivo pronunciato al seminario interistituzionale sulla ricerca in materia di cellule staminali, tenutosi a Bruxelles il 24 aprile, il commissario europeo per la Ricerca Philippe Busquin ha elogiato i partecipanti per la professionalità con la quale hanno affrontato un tema così controverso. Tuttavia, nonostante il tono pacato delle discussioni, sono emerse evidenti divergenze fra gli Stati membri dell'UE sulle questioni etiche. All'inizio dei lavori, Busquin ha ricordato ai presenti, fra cui scienziati, eurodeputati, rappresentanti delle delegazioni nazionali e osservatori, che non spetta alle istituzioni europee disciplinare gli aspetti etici. Il Commissario ha affermato, infatti, che è opportuno concentrare le discussioni sulle possibili condizioni per il finanziamento della ricerca sulle cellule staminali nell'ambito dei programmi quadro comunitari. Tale dibattito, a suo avviso, contribuirà alla proposta della Commissione su questo argomento, che verrà pubblicata a maggio o giugno. Focalizzando ulteriormente il dibattito, il direttore generale della DG Ricerca della Commissione Achilleas Mitsos ha sottolineato che i tre ambiti cosiddetti "off limit", ovvero la creazione di embrioni esclusivamente a fini di ricerca, la clonazione di esseri umani e la modifica permanente del codice genetico umano non saranno finanziati nell'ambito dei programmi comunitari. Tuttavia, nonostante i numerosi tentativi di ridurre la portata del dibattito etico alla questione cruciale della ricerca basata sull'impiego di embrioni umani soprannumerari, creati a scopo di fecondazione in vitro, non si è riusciti a conciliare le posizioni morali sostanzialmente incompatibili dei vari Stati membri. Il rappresentante della Germania ha ricordato che nel proprio paese è in corso un dibattito su tale argomento e, pur non azzardando previsioni sul possibile risultato, ha avvertito che se si decidesse di vietare l'utilizzo di embrioni umani a scopo di ricerca in Germania, il governo e i cittadini tedeschi si opporrebbero all'impiego dei fondi comunitari, ai quali la Germania contribuisce, per finanziare tale ricerca in altri paesi. La delegazione austriaca ha chiesto la proroga dell'attuale moratoria de facto relativa alla ricerca sulle cellule staminali embrionali e il rappresentante dell'Italia, dove è stata ugualmente avviata una revisione della normativa in materia, ha posto il seguente quesito: "È ammissibile che nel sesto programma quadro vengano finanziate delle pratiche considerate illegali in altri Stati membri?". In risposta a tale posizione, il presidente della commissione per l'industria, il commercio estero, la ricerca e l'energia dell'Europarlamento Carlos Westendorp y Cabeza, ha affermato: "Non si capisce perché alcuni Stati membri dovrebbero tentare di bloccare i finanziamenti europei per una determinata pratica, a prescindere dalle loro condizioni nazionali, visto che ciò contravviene ai principi dell'UE. Cosa accadrebbe se l'Austria o il Lussemburgo si opponessero alla politica comune della pesca semplicemente perché non dispongono di coste, oppure se altri paesi contestassero il trattato EURATOM poiché essi hanno scelto di non autorizzare la produzione di energia nucleare a livello nazionale?". Altri paesi hanno adottato un approccio etico alla questione della ricerca sulle cellule staminali embrionali, efficacemente sintetizzato dalle osservazioni del rappresentante del Lussemburgo, il quale ha dichiarato che, sotto il profilo della tutela della dignità umana "un embrione umano ha un peso inferiore, sulla bilancia etica, rispetto ad un paziente che soffre, pertanto ciò dovrebbe riflettersi nel risultato finale del dibattito". Busquin e la Commissione dovranno ora procedere alla redazione di una proposta su tale questione, al fine di raggiungere una posizione convergente, sebbene sia difficile immaginare quale forma dovrebbe assumere un compromesso plausibile. Il Commissario ha sottolineato che qualsiasi decisione finale dovrà essere assunta in consultazione con il Consiglio e il Parlamento europeo, dove è più probabile che si registri la massima divergenza di opinioni. In conclusione, Busquin ha sottolineato le ragioni alla base della volontà della Commissione di raggiungere un consenso, ribadendo gli obiettivi fondamentali dello Spazio europeo della ricerca: "Il sesto programma quadro non potrà mai cercare di coprire tutti gli aspetti della ricerca sulle cellule staminali, alcuni dovranno essere lasciati ai singoli Stati membri. Ma se vogliamo davvero che la ricerca europea diventi un punto di riferimento mondiale, dobbiamo cercare di allontanarci dall'approccio nazionale, anche in ambiti controversi come questo".

Paesi

Austria, Belgio, Germania, Danimarca, Grecia, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia, Regno Unito