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MEDRESET.A comprehensive, integrated,and bottom-up approach to reset our understanding of the Mediterranean space, remap the region,and reconstruct inclusive, responsive,and flexible EU policies in it

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Visioni inclusive per un nuovo partenariato europeo con il Mediterraneo

La percezione dell’UE è spesso positiva all’interno dell’Europa. Tuttavia, dal momento che la situazione è differente al sud, un progetto ha adottato un approccio alla ricerca «decentrato» per scoprire il perché, quali sono le implicazioni e cosa si può cambiare.

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Quando l’UE pensa a portatori di interesse, strumenti politici e questioni politiche riguardanti il Mediterraneo, il suo punto di vista spesso marginalizza le prospettive e le esigenze locali e non prende anche sufficientemente in considerazione il ruolo di altri attori globali. Questo può portare a politiche frammentate e incoerenti, creando un’immagine della regione sia come una minaccia che come un’opportunità, come una serie di confini anziché come uno spazio condiviso. Il progetto MedReset si è immaginato un’UE maggiormente votata alla riflessività, che concepisce delle politiche più inclusive, flessibili e reattive. Dopo aver analizzato la dissertazione dell’UE, MedReset ha applicato un’innovativa metodologia al fine di creare una mappa concettuale del Mediterraneo come esso appare nelle esperienze vissute dei suoi portatori di interesse (provenienti da società civile, diplomazia e stato, tra gli altri), portando a delle raccomandazioni politiche. Metodologia decentrata Quando si tratta di «inquadrare» la regione del Mediterraneo e le sue questioni, MedReset si è allontanato dal tipico approccio eurocentrista adottando una metodologia dal basso verso l’alto. La ricerca ha preso in esame quattro aree politiche fondamentali: «idee politiche», «agricoltura e acqua», «industria ed energia» e «migrazione e mobilità», sullo sfondo di un quadro tridimensionale di portatori di interesse, strumenti politici e questioni politiche. Ci sono stati due turni di consultazioni, con decisori politici dell’UE e portatori di interesse in Libano, Marocco, Egitto e Tunisia. Il primo turno ha seguito una guida non rigidamente definita per le interviste e i risultati sono andati a formare la base per sviluppare ipotesi, testate poi nel secondo turno strutturato di interviste. In parallelo, il team ha condotto un sondaggio (interviste approfondite e gruppi di discussione) con «gruppi selezionati» (decisori politici, esperti, giornalisti, accademici, medici, ecc.) in Egitto, Israele, Iran, Turchia, Arabia Saudita, Qatar, Tunisia, Libano e Marocco. In questo modo, le percezioni e le priorità dei partner sulla sponda meridionale sono state messe al centro della ricerca, piuttosto che essere incluse solo marginalmente. In totale, il team ha intervistato circa 700 persone. «La nostra metodologia decentrante ha invitato i portatori di interesse dell’UE (decisori politici e società civile) ad assumere una posizione in relazione ai suggerimenti strutturati provenienti da portatori di interesse mediterranei», afferma la dott.ssa Daniela Huber. «Questo approccio ha fornito ai portatori di interesse del sud una voce, generando nuove conoscenze riguardanti il modo in cui l’UE potrebbe diventare più inclusiva (di vari portatori di interesse), flessibile (in termini di strumenti politici) e reattiva (in termini di questioni politiche ed esigenze delle persone)». MedReset ha scoperto che l’UE viene spesso vista come invisibile, con politiche frequentemente sconosciute o messe in ombra da quelle degli Stati membri, portando a politiche in apparenza incoerenti e a volte contraddittorie, in particolare riguardo a democrazia, diritti umani e uguaglianza sociale. Inoltre, si percepiva ci fosse un notevole divario tra le aspettative politiche del sud e le politiche reali prodotte dall’UE. Il sostegno dell’UE è visto in modo più positivo rispetto a quello fornito da altri attori, ma l’attuale assistenza della società civile non è considerata sufficiente se non è accompagnata dalle pressioni politiche. Per di più, la retorica dell’UE basata sulla nozione dei diritti universali come un fenomeno europeo è stata rigettata, dal momento che nega agli attori locali il loro libero agire. Due facce della stessa medaglia Può darsi che una maggiore consapevolezza dell’UE riguardo al suo ruolo in varie aree politiche del Mediterraneo possa anche ispirare una riflessione riguardo alle politiche all’interno della stessa UE? «Molti dei nostri intervistati europei hanno segnalato l’importanza della riflessività sulle questioni legate alla giustizia sociale all’interno dell’UE. Si tratta di un aspetto della massima importanza in periodi di crescente populismo nazionalista», dichiara la dott.ssa Huber. Il team pubblicherà quattro relazioni politiche principali, con le raccomandazioni politiche e le infografiche già disponibili. I risultati del sondaggio «dei gruppi selezionati» sono pubblicati in un libro a libero accesso e il consorzio formato da 12 istituzioni di ricerca sta anche lavorando insieme su un altro libro che sottolinea il valore aggiunto di questa ricerca.

Parole chiave

MedReset, Mediterraneo, politiche, democrazia, diritti umani, uguaglianza sociale, giustizia sociale, idee politiche, agricoltura e acqua, industria, energia, migrazione, mobilità, UE

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