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Contenuto archiviato il 2023-03-02

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L'assunzione di olio di pesce durante la gravidanza può ridurre il rischio di sviluppare l'asma?

Secondo scienziati finanziati dall'UE, le mamme che assumono integratori contenenti olio di pesce verso la fine della loro gravidanza potrebbero ridurre del 63% il rischio che il loro bambino sviluppi l'asma. La ricerca, portata a termine nell'ambito del progetto EARNEST ("E...

Secondo scienziati finanziati dall'UE, le mamme che assumono integratori contenenti olio di pesce verso la fine della loro gravidanza potrebbero ridurre del 63% il rischio che il loro bambino sviluppi l'asma. La ricerca, portata a termine nell'ambito del progetto EARNEST ("Early nutrition programming - long term efficacy and safety trials and integrated epidemiological, genetic, animal, consumer and economic research") finanziato dall'UE, è pubblicata nell'ultimo numero dell'American Journal of Clinical Nutrition. Nello studio i ricercatori hanno seguito oltre 500 bambini nati da donne che avevano preso parte ad un esperimento condotto nella città danese di Aarhus nel 1990. Lo scopo di quel primo esperimento era stato quello di indagare se l'assunzione di integratori con olio di pesce durante l'ultimo trimestre della gravidanza, riduceva il rischio di parti prematuri o di neonati di peso basso. Nell'esperimento, le donne che iniziavano le ultime dieci settimane di gravidanza venivano assegnate in modo casuale a un gruppo fra tre: ad alcune venivano dati integratori contenenti olio di pesce, altre ricevevano integratori a base di olio di oliva e il terzo gruppo non riceveva alcun integratore. I risultati dello studio rivelarono che le donne appartenenti al gruppo che assumeva gli integratori contenenti olio di pesce, avevano prolungato la loro gravidanza in media di quattro giorni e avevano partorito bambini 100 grammi più pesanti. Nel nuovo studio, gli scienziati sono riusciti a rintracciare quasi tutti i bambini che erano stati coinvolti nello studio precedente mentre si trovavano ancora nel grembo materno. Essi hanno quindi esaminato i registri ospedalieri per scoprire quali bambini erano stati ricoverati per asma o per malattie ad essa collegate entro i 16 anni di età. "Volevamo vedere se con la crescita, gli effetti dell'assunzione dell'olio di pesce in tenera età avessero influito in qualche modo sul rischio del bambino di sviluppare l'asma," ha spiegato il prof. Sjurdur Olsen del Maternal Nutrition Group presso lo Statens Serum Institute in Danimarca. L'analisi ha rivelato che 19 tra i bambini avevano sviluppato un'asma così grave da doversi rivolgere all'ospedale. Tuttavia, per i bambini nati da donne appartenenti al gruppo degli integratori contenenti olio di pesce, il rischio di sviluppare l'asma era minore del 63% e il rischio di sviluppare l'asma allergico era ridotto dell'87% in confronto ai bambini le cui madri avevano ricevuto integratori contenenti olio di oliva. "Ci sono solide prove biochimiche che gli acidi grassi omega-3 nell'olio di pesce possono avere effetti modulatori sul sistema immunitario," ha commentato il prof. Olsen. Egli ha suggerito che l'olio di pesce potrebbe proteggere i feti dal rischio di sviluppare l'asma successivamente durante la vita, dato che la sua assunzione prolunga la durata della gravidanza e aumenta il peso del bambino alla nascita; sia il parto prematuro che un basso peso alla nascita sono stati infatti associati a un maggiore rischio di sviluppare l'asma. Un'altra possibilità è che gli acidi grassi omega-3 che si trovano nell'olio di pesce, possano ridurre sia il rischio di parto prematuro che successivamente di asma grazie alla loro capacità di ridurre le infiammazioni. Tuttavia, gli scienziati avvertono che sono necessarie ulteriori ricerche prima di modificare le linee guida alimentari che vengono date alle donne incinte. "Questi risultati provengono da un esperimento relativamente ridotto ed è quindi importante che i nostri risultati vengano confermati da altri esperimenti prima di cambiare una qualsiasi raccomandazione alimentare per le donne incinte," ha affermato il prof. Olsen. Sebbene le cause precise dell'asma rimangano poco chiare, vi sono molte prove che collegano fattori dell'ambiente nel grembo materno con il successivo rischio di sviluppare l'asma. Il vizio del fumo, le infezioni e l'uso di antibiotici durante la gravidanza sono tutti stati collegati a un aumento del rischio di asma e di malattie ad essa collegate nei bambini. Il progetto EARNEST è finanziato nell'ambito della priorità "Qualità e sicurezza degli alimenti" del Sesto programma quadro (6°PQ) dell'UE.

Paesi

Danimarca

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