Le soluzioni sostenibili per la riduzione degli sprechi alimentari rafforzano la nostra bioeconomia
Secondo le stime del Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, la produzione agricola e alimentare dovrebbe aumentare di due terzi entro il 2050 per nutrire 2 miliardi di persone in più. Eppure, circa un terzo delle derrate alimentari prodotte (approssimativamente 1,3 miliardi di tonnellate ogni anno) viene perso o sprecato. Nella sola Europa, vengono prodotti circa 700 milioni di tonnellate di rifiuti agricoli all’anno. Pertanto, si avverte l’urgente necessità di assicurare l’uso efficiente di rifiuti, coprodotti e sottoprodotti agricoli e creare catene di valore sostenibili nei settori dell’agricoltura e della trasformazione. Il progetto AgroCycle(si apre in una nuova finestra), finanziato dall’UE, ha affrontato il problema dei rifiuti in diversi settori agricoli, tra cui vino, olio di oliva, orticoltura, frutta, pascoli, suini, lattiero-caseario e pollame. Il consorzio ha riunito un gruppo multinazionale composto da 26 organizzazioni partner provenienti da Cina ed Europa. Tra i membri figuravano ricercatori, aziende nel settore tecnico, manifatturiero, di consulenza e del commercio al dettaglio (sia grandi imprese che PMI), utenti finali e associazioni di categoria/produttori.
Maggiore comprensione dei flussi di rifiuti
L’iniziativa mirava a convertire i rifiuti agricoli di scarso valore in prodotti dal valore elevato, ottenendo un aumento del 10 % nel riciclaggio e nella valorizzazione dei rifiuti entro il 2020. «Ciò può essere realizzato sviluppando una comprensione dettagliata e olistica dei flussi di rifiuti e testando un numero chiave di percorsi relativi all’impiego/valorizzazione dei rifiuti», afferma il coordinatore del progetto, il dott. Tom Curran, dell’University College di Dublino, in Irlanda. I partner di progetto hanno fornito al settore le tecnologie e le competenze per trasformare le sfide relative a margini ridotti, efficienza delle risorse e sostenibilità in opportunità commerciali attraverso lo sviluppo di applicazioni innovative di rifiuti, coprodotti e sottoprodotti agricoli e la creazione di nuove catene di valore sostenibili. I ricercatori hanno inoltre progettato una valutazione relativa alla catena di valore dei rifiuti agricoli per mappare, caratterizzare e quantificare i rifiuti, i coprodotti e i sottoprodotti agricoli disponibili. Il consorzio ha valutato le opzioni di valorizzazione dei rifiuti organici, con particolare riguardo a biocarburanti, biofertilizzanti e al trattamento delle acque reflue agroindustriali, nonché a effluenti animali per biopolimeri, energia e celle a combustibile microbiche ad alto valore aggiunto. La valutazione del ciclo di vita e il calcolo dei costi di vita hanno contribuito a determinare la sostenibilità ambientale ed economica delle opzioni di valorizzazione. Il partner di progetto, l’Università di Maynooth, in Irlanda, ha inoltre sviluppato e testato un programma di istruzione su misura per i giovani.
Vantaggi per la bioeconomia
In aggiunta, il gruppo di ricerca ha sviluppato catene di valore sostenibili e modelli aziendali volti a proporre modi migliori per utilizzare i rifiuti agricoli nella bioeconomia e sviluppare nuovi, robusti modelli aziendali. «Abbiamo sviluppato una piattaforma di scambio online “AgroCycle Marketplace” per collegare i produttori di rifiuti, coprodotti e sottoprodotti agricoli a coloro che potrebbero impiegare tali materiali, ad esempio i gestori degli impianti di biogas», ha illustrato il dott. Curran. Sono stati inoltre sviluppati programmi di insegnamento sull’economia circolare per l’utilizzo nelle scuole e gli insegnanti possono scaricare gratuitamente le lezioni dal sito web. I materiali didattici hanno vinto un premio al concorso «Think Biobased Challenge»(si apre in una nuova finestra). Secondo il dott. Curran, un contributo chiave di AgroCycle sarà separare la crescita e la competitività agricola e industriale dall’impatto ambientale. «Le aspirazioni di sviluppo economico del nostro settore industriale privato sono completamente compatibili con la riduzione degli impatti del cambiamento climatico, l’aumento della sicurezza energetica e la diversità ecologica in un’economia verde», dichiara. AgroCycle andrà a beneficio di consumatori, agricoltori, imprese trasformatrici di prodotti agricoli, insegnanti e allievi delle scuole. «Il progetto migliorerà la competitività dei settori agricolo, alimentare e delle bioraffinerie a livello comunitario e internazionale. Promuoverà inoltre lo sviluppo rurale attraverso l’approvvigionamento di materie prime sostenibili per le bioraffinerie e la partecipazione attiva alla catena commerciale industriale globale», conclude il dott. Curran.