Scoprire i meccanismi cellulari e molecolari alla base delle malattie autoimmuni
Le malattie reumatiche autoimmuni (MRA) sono causate da risposte immunitarie anomale per cui l’organismo attacca i propri tessuti, spesso causando infiammazione cronica, dolore e danni agli organi. Tra queste condizioni figurano l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico e la malattia infiammatoria intestinale. Sebbene i trattamenti per le MRA siano migliorati nel corso degli anni, molti pazienti sono ancora soggetti a imprevedibili progressioni della malattia e a risposte inadeguate alla terapia. È di fondamentale importanza comprendere meglio i meccanismi immunologici alla base di queste malattie per sviluppare trattamenti più precisi ed efficaci.
Formare i ricercatori del futuro
Realizzato con il supporto del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie(si apre in una nuova finestra), l’obiettivo del progetto ARCAID(si apre in una nuova finestra) è stato studiare i meccanismi cellulari e molecolari alla base delle MRA e individuare i biomarcatori per migliorare la diagnosi, la prognosi e il trattamento. Il progetto ha riunito 16 ricercatori nella fase iniziale della carriera e un team multidisciplinare di esperti. «Promuovendo la collaborazione interdisciplinare e dotando i giovani scienziati di strumenti all’avanguardia, l’obiettivo di ARCAID è stata la creazione di nuove conoscenze in grado di apportare cambiamenti reali nella vita dei pazienti affetti da MRA», afferma il coordinatore del progetto Ronald van Vollenhoven.
Risultati scientifici oltre lo stato dell’arte
I ricercatori in fase iniziale di carriera di ARCAID si sono concentrati sul ruolo svolto nello sviluppo delle malattie dalle cellule immunitarie, tra cui le cellule B, che producono autoanticorpi e sono fondamentali per molte patologie autoimmuni. Essi hanno sviluppato nuove tecniche per studiare la regolazione genetica delle cellule B e hanno rivelato una firma genetica specifica NF-κB nelle cellule B(si apre in una nuova finestra), suggerendo nuovi bersagli terapeutici. ARCAID ha permesso di capire meglio le prime alterazioni immunologiche nei soggetti destinati a sviluppare l’artrite reumatoide. Il ruolo determinante delle cellule T e dei neutrofili nell’insorgenza della malattia è salito alla ribalta. I ricercatori di ARCAID hanno anche scoperto indicatori precoci della malattia a livello dei tessuti. I danni al DNA nella membrana sinoviale e le alterazioni metaboliche nei soggetti affetti da artrite reumatoide suggeriscono che le malattie autoimmuni inizino molto prima della comparsa dei sintomi. Nei pazienti affetti da lupus sono stati riscontrati livelli elevati di cellule B e di cellule T doppiamente negative, il che può essere utile per la diagnosi e il monitoraggio.
Una migliore diagnosi grazie a nuovi biomarcatori e ai modelli di malattia
Il progetto inoltre ha consentito una svolta nella scoperta di biomarcatori e strumenti diagnostici. Sono stati identificati i bersagli molecolari delle cellule B ed è stato dimostrato che specifici inibitori ne sopprimono l’attivazione, aprendo la strada a terapie future. Parallelamente è stata utilizzata la PET per rilevare le molecole nelle articolazioni infiammate e sono stati creati modelli di sferoidi 3D dell’artrite reumatoide. Questo approccio non solo ci permette di comprendere meglio l’infiammazione, ma riduce anche la necessità di ricorrere alla sperimentazione animale. Diversi ricercatori hanno sviluppato modelli e strumenti innovativi che collegano le scoperte di laboratorio all’applicazione clinica. È stato creato un modello linfonodale rilevante dal punto di vista fisiologico per valutare le risposte immunitarie antigene-specifiche. Un modello di valutazione del rischio di artrite reumatoide(si apre in una nuova finestra) si è rivelato in grado di prevedere l’insorgenza della malattia con un’accuratezza superiore all’80 %.
Oltre la ricerca
Nel complesso, i risultati del progetto hanno gettato le basi per interventi preventivi nei gruppi ad alto rischio. È stata sviluppata un’applicazione «treat-to-target» per ottimizzare il trattamento del lupus, che è già in fase di perfezionamento grazie al supporto allo sviluppo commerciale. I numerosi contributi di ARCAID superano i confini dell’immunologia con strumenti direttamente utilizzabili nella ricerca traslazionale, promettendo vantaggi a lungo termine nella diagnostica e nella medicina personalizzata. Come riassume van Vollenhoven: «Il progetto non solo ha fatto progredire la scienza, ma ha anche formato una nuova generazione di ricercatori pronti a portare queste intuizioni nella clinica.»
Parole chiave
ARCAID, malattie reumatiche autoimmuni (MRA), artrite reumatoide, lupus, biomarcatore, modello