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Thermal fatigue evaluation of piping system "tee"- connection

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Stress termico e guasto dei componenti nelle centrali nucleari

Una nuova ricerca condotta da esperti in Francia ha indicato che gli effetti dello stress termico sui componenti chiave delle centrali nucleari non sono uguali a quelli dello stress meccanico.

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Ora che gli Stati membri dell’UE sono sotto pressione per ridurre le emissioni di carbonio, molti paesi stanno cercando di estendere l'uso delle centrali nucleari esistenti (NPP) o di costruirne di nuove. La Francia è un ottimo esempio. Il suo principale produttore di energia, Électricité de France (EDF), ha partecipato ad un progetto di ricerca con lo scopo di valutare i rischi a lungo termine legati alla fatica termica. Il progetto, intitolato THERFAT e supportato da Euratom, si è concentrato sui raccordi a T. Le conoscenze sul guasto meccanico sono vaste, ma finora sono state condotte poche ricerche sul guasto termico. Électricité de France ha condotto lunghe ricerche in laboratorio per esporre i raccordi a T modello a diversi gradi di stress termico. L'obiettivo non era solamente riprodurre condizioni simili a quelle delle NPP vere, ma anche simulare gli shock termici estremi. I risultati erano incoraggianti, dato che i componenti sono stati in grado di resistere a carichi maggiori di quelli definiti nelle specifiche pertinenti della American Society of Mechanical Engineers. Pertanto, EDF è stata in grado di convalidare la teoria esistente sul comportamento dei componenti sotto coazione termica. Rispetto allo stress meccanico, ora si sa che il numero di cicli di carico per l'innesco di cricca è uguale per lo stress termico. Tuttavia, mentre le cricche indotte meccanicamente si propagano causando poi il guasto dei componenti, le cricche indotte termicamente tendono a non propagarsi in modo significativo. Électricité de France ha sottolineato che i risultati non valgono solo per i raccordi a T, ma anche per altri componenti critici delle NPP.

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