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Contenuto archiviato il 2023-01-13

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Un progetto dell'UE analizza il rapporto fra identità europea e nazionale

La Commissione sta finanziando uno studio sull'identità europea e nazionale in nove Stati membri dell'UE attuali e futuri, nel tentativo di comprendere meglio le relazioni degli europei con i loro paesi e con l'UE. Il progetto EURONAT (Representations of Europe and the Nation...

La Commissione sta finanziando uno studio sull'identità europea e nazionale in nove Stati membri dell'UE attuali e futuri, nel tentativo di comprendere meglio le relazioni degli europei con i loro paesi e con l'UE. Il progetto EURONAT (Representations of Europe and the Nation in Current and Prospective Member States - Rappresentazioni dell'Europa e delle singole nazioni negli Stati membri attuali e futuri) è finanziato nell'ambito della sezione "Accrescere il potenziale umano" del Quinto programma quadro. Il progetto si propone di rivedere l'attuale comprensione dell'identità europea e nazionale in Europa, di studiare in che misura le due identità si escludono o si conciliano reciprocamente, di esaminare il ruolo dei media e delle élite nazionali nella configurazione di queste identità, nonché di informare le politiche comunitarie dei media sull'integrazione e sull'allargamento dell'Europa. Il consorzio EURONAT include partner provenienti da Regno Unito, Germania, Ungheria, Grecia, Polonia, Spagna e Repubblica Ceca, ed i coordinatori del progetto appartengono all'Istituto universitario europeo di Firenze (Italia). Lo studio verte in particolare sull'identità europea e nazionale in ciascuno dei paesi rappresentati nel consorzio, come pure in Austria. La ricerca, che si articolerà in più fasi, combina una serie di discipline fra le quali figurano le scienze politiche, la sociologia, la psicologia sociale, gli studi culturali, la storia e le relazioni internazionali. I risultati della prima fase dello studio sono stati pubblicati sotto forma di relazione, e forniscono un supporto storico, geopolitico e teoretico alle fasi successive del progetto. Il primo paese candidato preso in esame nello studio è la Repubblica Ceca. Il team di ricerca del Politecnico di Praga osserva in primo luogo che la visione del paese riguardo agli Stati membri dell'UE ha risentito tradizionalmente del rapporto generale fra Est ed Ovest. Tali opinioni sono mutate dopo la caduta dell'ex blocco sovietico, e sono state ulteriormente influenzate dalla scissione della Cecoslovacchia, che ha rinnovato il dibattito sull'identità nazionale ceca. Verso la fine degli anni '90 il dibattito sull'appartenenza del popolo ceco all'Europa si è intensificato, secondo quanto si legge nella relazione: "Dichiarazioni elettorali del tipo 'Back to Europe!' (Rientriamo in Europa!) lasciavano intendere con chiarezza la fine del passato comunista e l'inizio di un dibattito specifico sull'adesione all'Europa". Tuttavia, il dibattito è stato segnato da un certo scetticismo nei confronti dell'Europa, e "ci si è ispirati all'atteggiamento britannico (thacherismo) verso l'UE". Ciò, secondo i ricercatori, ha determinato la situazione attuale che vede la Repubblica Ceca offrire il minor sostegno pubblico all'UE rispetto ai paesi dell'Europa centrale ed orientale. Questo atteggiamento è acuito dalla riluttanza dei paesi dell'UE confinanti ad aprire i propri mercati del lavoro, e determina il sospetto che l'entusiasmo dei paesi dell'Europa occidentale nei confronti dell'allargamento sia dovuto soltanto a motivi di interesse personale. "La relazione della Gran Bretagna con l'UE si può descrivere adeguatamente con il termine di 'semicoinvolgimento', che non implica una chiara ostilità, ma un sentimento di indifferenza ed ignoranza tuttora diffuso", secondo un team della London School of Economics. Tuttavia, una volta che i cittadini britannici avranno acquisito una maggiore consapevolezza del ruolo più incisivo svolto dall'UE nelle loro vite quotidiane, la percezione pubblica dell'Europa dovrebbe divenire più chiara negli anni a venire. Il professor Willfried Spohn dell'Università europea di Viadrina di Francoforte sull'Oder, ritiene che la percezione nazionale della Germania non soltanto è suddivisa a livello interno fra identità tedesca dell'Est e dell'Ovest, ma presenta altresì una connotazione diversa a livello esterno, in termini di percezione dell'Europa. La sua analisi conclude che l'identità nazionale della Germania dell'Ovest presenta una connotazione maggiormente europea rispetto alla Germania dell'Est, mentre il sostegno all'allargamento dell'UE è lievemente superiore nell'ex Germania dell'Est. Il professor Spohn ipotizza che questa differenza sia espressione del più alto valore che i tedeschi dell'Est attribuiscono ad un ordine di pace con l'Europa orientale, a differenza dei numerosi tedeschi dell'Ovest che invece manifestano timore per le implicazioni dell'allargamento. Dopo che hanno gettato le basi storiche e geopolitiche del progetto grazie alla realizzazione di questo studio, i vari team intendono ora analizzare l'impatto dei dibattiti all'interno dei media, delle élite politiche e sociali, e della società in senso lato, sulla definizione delle rappresentazioni delle singole nazioni, dell'Europa e dell'UE nella mente dei cittadini. Come chiarito da Aris Apollonatos della Commissione europea, nella prefazione alla relazione: "Aumentando la comprensione del bagaglio sociopolitico che portiamo con noi, avremo una percezione più profonda del profilo e della psiche dei passeggeri che hanno scelto l'Unione europea come destinazione finale".

Paesi

Austria, Cechia, Germania, Grecia, Spagna, Ungheria, Italia, Polonia, Regno Unito

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