Valutare l’efficacia della vaccinazione nelle popolazioni anziane
La percentuale di popolazione di età superiore ai 50 anni è destinata a crescere in modo significativo nei prossimi decenni, in parte a causa dell’allungamento dell’aspettativa di vita. «Gli anziani sono particolarmente vulnerabili alle malattie infettive e alle complicanze correlate, che non solo gravano sui sistemi sanitari, ma incidono profondamente anche sulla qualità della vita dei pazienti», afferma il responsabile del progetto EFPIA(si apre in una nuova finestra) VITAL(si apre in una nuova finestra), Jim Janimak, di GSK(si apre in una nuova finestra). Il progetto VITAL, finanziato dall’UE e dall’industria, è stato avviato per affrontare questa sfida, attraverso una migliore comprensione dei fattori alla base dell’insorgenza delle malattie infettive negli anziani e come la vaccinazione possa contribuire a proteggere i gruppi più vulnerabili.
Potenziale impatto dei nuovi interventi di prevenzione
«Abbiamo iniziato valutando l’attuale peso delle malattie non trasmissibili negli anziani in due paesi europei comparabili, la regione di Valencia in Spagna e la Danimarca», spiega la responsabile scientifica del progetto Debbie van Baarle di UMC Utrecht(si apre in una nuova finestra) e dell’Istituto nazionale per la salute pubblica e l’ambiente(si apre in una nuova finestra) dei Paesi Bassi. «Successivamente, abbiamo condotto uno studio clinico sui vaccini, per comprendere meglio i meccanismi alla base della risposta vaccinale. Lo studio è stato condotto con diversi gruppi di età, esaminando tre diversi vaccini.» Il team del progetto ha anche analizzato l’impatto economico della gestione attuale delle malattie infettive. È stato quindi analizzato il potenziale impatto di nuovi interventi preventivi, tra cui la vaccinazione. «Un altro aspetto importante del progetto è stato raccogliere informazioni sulle opinioni degli anziani riguardo alla vaccinazione», aggiunge van Baarle. «Abbiamo anche esaminato dei modi per comunicare i nostri risultati agli operatori sanitari e agli anziani, al fine di aumentare l’impatto degli interventi futuri.»
Comprendere le sfide poste dalle malattie infettive negli anziani
Grazie a queste iniziative, il progetto VITAL ha fatto progredire in modo significativo la nostra comprensione delle sfide poste dalle malattie infettive negli anziani. I risultati potrebbero aiutare a indirizzare le risorse sanitarie dove sono più necessarie. «Concentrandoci sulle regioni con banche di dati clinici elettroniche avanzate, siamo stati in grado di valutare accuratamente la prevalenza, l’incidenza e gli esiti di malattie quali la polmonite pneumococcica e l’Escherichia coli invasiva», afferma van Baarle. «Siamo riusciti a mettere in luce gli effetti profondi che queste condizioni hanno sugli individui, sui sistemi sanitari e sulla società in generale.» Le informazioni cliniche raccolte potrebbero anche essere utili per migliorare i programmi di vaccinazione esistenti e futuri, ad esempio identificando gli anziani che potrebbero trarre il massimo beneficio dalle strategie di vaccinazione. Il progetto ha anche rivelato come fattori quali l’età, la struttura sociale e le differenze culturali possano influenzare la diffusione o la trasmissione delle malattie. «Nuove strategie di analisi dei dati hanno permesso di identificare biomarcatori pre-vaccinazione associati a una ridotta risposta vaccinale», osserva van Baarle. «Ciò consentirà di attuare strategie di vaccinazione più mirate rivolte a specifici gruppi a rischio tra gli anziani.»
Miglioramento della comunicazione sui vaccini
Un altro aspetto fondamentale è che VITAL ha cercato di migliorare la comunicazione in materia di vaccinazioni. Una buona comunicazione è essenziale per promuovere le strategie di prevenzione, compresi i nuovi programmi di vaccinazione. L’approccio adottato dal progetto sottolinea la necessità di una comunicazione personalizzata, riconoscendo che le decisioni di vaccinazione degli anziani dipendono da molteplici fattori. «Quello che VITAL ci ha insegnato è che è necessario un cambiamento radicale nelle strategie di vaccinazione», aggiunge Janimak. «Dobbiamo far evolvere l’assistenza vaccinale da un principio unico per tutti a strategie personalizzate e mirate per gruppi di rischio specifici. Così facendo, possiamo gettare le basi per strategie di vaccinazione più efficaci e personalizzate negli anni a venire.»