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MEFISTO - Meniscal functionalised scaffold to prevent knee Osteoarthritis onset after meniscectomy

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Affrontare i danni al ginocchio per migliorare la qualità della vita

Una tecnologia di impianto all’avanguardia e algoritmi intesi a prevedere il rischio di osteoartrite in seguito a un danno al ginocchio potrebbero aiutare le persone a rimanere attive più a lungo.

I menischi del ginocchio fungono da ammortizzatori di cruciale importanza, garantendo la mobilità delle articolazioni; quando la funzionalità del ginocchio diventa dolorosa, la causa è spesso un danneggiamento a queste strutture, la cui lacerazione è purtroppo molto comune. Tradizionalmente, la rimozione del tessuto meniscale danneggiato è stata una pratica diffusa; ciononostante, la resezione meniscale può spesso determinare l’insorgenza di osteoartrite precoce, che richiede ulteriori interventi di ricostruzione e influisce negativamente sulla qualità di vita del paziente. «L’attenzione della comunità medica è quindi passata a concentrarsi sulla conservazione del menisco, quando possibile, e sulla ricerca di strategie in grado di contribuire a rigenerarlo e salvarlo», spiega Elizaveta Kon, coordinatrice scientifica del progetto MEFISTO(si apre in una nuova finestra) e docente di Chirurgia ortopedica presso l’Università Humanitas(si apre in una nuova finestra).

Ripristinare il menisco danneggiato

Il progetto MEFISTO, guidato dall’impresa Geistlich(si apre in una nuova finestra) in Germania, ha cercato di contribuire a questo sforzo clinico prefiggendosi innanzitutto l’obiettivo di individuare le modalità con cui rigenerare il menisco danneggiato, ritardando o evitando futuri danni all’articolazione. A tal fine, il progetto ha riunito medici, ricercatori, specialisti in ambito di tecnologia e soggetti industriali identificando quattro obiettivi chiave. «Il primo obiettivo era quello di sviluppare una soluzione terapeutica basata su innovativi materiali bioattivi», aggiunge Kon. «Intendevamo sviluppare un’impalcatura per i pazienti più giovani che avesse l’aspetto e il comportamento del menisco e che fosse in grado di aiutarlo a ricrescere.» Il progetto ha inoltre sviluppato un impianto permanente più stabile dotato di capacità di somministrazione controllata dei farmaci, i cui pazienti bersaglio erano costituiti da anziani già affetti da osteoartrite al ginocchio. «Abbiamo funzionalizzato un impianto di menisco già esistente per consentirgli di somministrare farmaci utili a mantenere l’articolazione sana e attiva», spiega Kon.

Algoritmi predittivi di trattamento

Un terzo obiettivo è stato quello di sviluppare algoritmi predittivi concepiti al fine di segnalare i pazienti che potrebbero essere a rischio di complicazioni nel caso in cui il loro menisco danneggiato dovesse essere rimosso. «Alcune persone che perdono il menisco continuano a condurre una vita normale e attiva, mentre altre non sono più in grado di praticare sport o addirittura di lavorare», osserva Kon. «Ci eravamo prefissi di scoprire le ragioni alla base di ciò e di verificare l’esistenza di un modo per prevedere questi esiti.» La modellizzazione predittiva è stata costruita sulla base di studi clinici dai quali si è dedotto che alcune caratteristiche del ginocchio, ad esempio la forma e la struttura, possono fornire molte informazioni ai medici sul livello di rischio di un paziente. «Abbiamo preso le immagini a risonanza magnetica e le abbiamo sottoposte all’intelligenza artificiale», spiega Kon. «L’ipotesi era che in tal modo sarebbe stato possibile segnalare i pazienti potenzialmente a rischio di complicazioni nel caso in cui fosse stato rimosso il menisco.» Infine, il progetto si è concentrato sulla necessità di incrementare la conoscenza di questi approcci all’interno della comunità chirurgica, obiettivo che ha perseguito producendo due lungometraggi(si apre in una nuova finestra) documentaristici, entrambi disponibili ora online.

Promuovere una vita sana e attiva

Il progetto ha compiuto importanti passi in avanti al fine di avvicinare queste innovazioni alla fase di commercializzazione. Kon e i suoi colleghi si augurano di poterli alla fine utilizzare per migliorare gli esiti clinici dei pazienti, consentendo loro di condurre una vita sana e attiva. «Sono necessari ulteriori lavori affinché sia possibile portare queste soluzioni in ambito clinico», afferma l’esperta. «I dati del progetto dimostrano che l’impianto per la somministrazione controllata dei farmaci è in grado di proteggere le articolazioni e che l’impalcatura dispone di un grande potenziale rigenerativo.» Infine, gli algoritmi predittivi potrebbero esercitare un impatto significativo non solo sugli esiti dei pazienti, ma anche sui servizi sanitari, permettendo ai medici di individuare in modo efficiente i pazienti maggiormente a rischio nel caso di perdita del menisco.

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