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A fully integrated, animal-free, end-to-end modelling approach to oral drug product development

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Alternative di sviluppo farmacologico senza l’impiego di animali

Un ampio progetto di formazione e ricerca ha tentato di rivoluzionare lo sviluppo etico di farmaci orali in Europa.

I farmaci orali sono una forma di trattamento molto diffusa ed efficace per molte malattie e la domanda è elevata. Ma la maggior parte dei farmaci sviluppati dall’industria farmaceutica non viene assorbita efficacemente dall’apparato digerente per la scarsa solubilità, e ciò ne limita il potenziale. «Molti dei principali farmaci candidati che emergono dai canali di scoperta di farmaci sono stati ottimizzati per il legame con i recettori dei farmaci, il che comporta una scarsa solubilità in acqua», spiega Brendan Griffin(si apre in una nuova finestra), professore di Farmaceutica all’University College Cork. «Inoltre, con l’espansione dello spazio di scoperta chimica, si registra una tendenza sempre più marcata all’emergere di farmaci di peso molecolare più elevato come candidati principali, che tendono anche a essere più grandi, più voluminosi e meno solubili in acqua», aggiunge. Nel progetto InPharma(si apre in una nuova finestra), finanziato dall’UE, i ricercatori hanno sviluppato nuovi metodi che non richiedono l’impiego di animali per sviluppare e testare formulazioni farmacologiche orali. Il progetto ha anche realizzato un programma di formazione intersettoriale per dotare 13 ricercatori nella fase iniziale della carriera delle competenze necessarie per rivoluzionare in modo etico lo sviluppo di farmaci orali in Europa. «Oltre a formare ricercatori a inizio carriera sui principi delle 3R(si apre in una nuova finestra) e a incoraggiare la promozione di approcci che non richiedevano l’uso di animali nello sviluppo di farmaci, la ricerca in cui sono stati direttamente coinvolti si è concentrata sulla creazione di approcci in vitro e in silico in grado di ridurre o eliminare la necessità di testare sugli animali le formulazioni in via di sviluppo», spiega Griffin.

Utilizzo di strumenti computazionali per sviluppare nuove formulazioni farmacologiche

La ricerca intrapresa nell’ambito del progetto InPharma ha cercato di sviluppare formulazioni ottimizzate utilizzando strumenti computazionali, anziché selezionare i prototipi delle formulazioni nei modelli animali, per identificare la formulazione ottimale e passare alla sperimentazione clinica sull’uomo. «La ricerca ha anche sviluppato metodi di prova in vitro biorelevanti capaci di prevedere meglio le prestazioni delle formulazioni nell’uomo, ovviando così alla necessità di condurre studi di sperimentazione sulle formulazioni negli animali volti a prevedere le prestazioni nell’uomo», spiega Griffin.

Una proficua formazione per i ricercatori in fase iniziale di carriera

Oltre alla ricerca diretta, il progetto ha generato una serie di risultati promettenti: tredici ricercatori in fase iniziale di carriera hanno completato il programma di dottorato industriale(si apre in una nuova finestra) e tutti dovrebbero completare il loro dottorato entro la fine di quest’anno. Inoltre, il lavoro del progetto InPharma ha prodotto 30 pubblicazioni scientifiche sottoposte a revisione paritaria e ne sono previste altre. «Abbiamo rafforzato la ricerca industriale-accademica tra i partner di questa rete finanziata dall’UE, collegando le istituzioni accademiche con le principali industrie farmaceutiche multinazionali di tutta Europa», osserva Griffin. «Ciò servirà a incentivare future collaborazioni intersettoriali e ulteriori sovvenzioni di ricerca», aggiunge.

Valorizzare l’industria europea della produzione di farmaci

Il progetto ha fatto avanzare in modo significativo la ricerca nel campo degli approcci senza impiego di animali nello sviluppo delle formulazioni farmacologiche. Poiché tutti i risultati della ricerca sono stati diffusi ad accesso aperto, sarà possibile avvalersene in tutto il settore industriale per promuovere approcci che non prevedono l’uso di animali. «Inoltre, data la partecipazione attiva dei principali partner dell’industria farmaceutica europea di InPharma, quali Johnson & Johnson, Roche, Bayer, AstraZeneca, Zentiva e Merck, tra gli altri, avrà un impatto diretto sugli approcci di ricerca e sviluppo all’interno di queste aziende partecipanti», osserva Griffin. Il team intende ora perseguire un’ampia gamma di collaborazioni di ricerca all’interno della rete e sta cercando di ottenere ulteriori finanziamenti per la ricerca. Inoltre il team del progetto prevede di presentare il lavoro collettivamente su tutta la rete, al fine di perseguire nuove opportunità di finanziamento da parte dell’Unione europea. «Infine, abbiamo intenzione di rimanere in contatto con i nostri 13 ricercatori in fase iniziale di carriera per seguirne il percorso professionale e i progressi nel settore della ricerca farmaceutica», afferma Griffin. Il progetto è stato intrapreso con il supporto del programma di azioni Marie Skłodowska-Curie(si apre in una nuova finestra).

Parole chiave

InPharma, strumenti computazionali, formulazioni farmacologiche, formazione, ricercatori a inizio carriera, ricercatori in fase iniziale di carriera, produzione di farmaci, industria

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