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Gut OncoMicrobiome Signatures (GOMS) associated with cancer incidence, prognosis and prediction of treatment response.

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Proteggere i nostri microbiomi per migliorare i risultati delle cure oncologiche

Il ruolo importante del microbioma intestinale nello sviluppo e nel trattamento del cancro è diventato evidente nel 2013. Ora il quadro si sta evolvendo.

Il ruolo dei microbi che vivono nel nostro intestino è un campo di ricerca in rapido sviluppo. Molti studi si concentrano, in particolare, sulla relazione tra alcuni batteri e la progressione del cancro, nonché sul loro impatto sul trattamento. La disbiosi intestinale, ovvero uno squilibrio nella composizione del microbiota intestinale, è stata associata alla stadiazione e alla prognosi del cancro(si apre in una nuova finestra) all’interno e dell’intestino e non solo. È stato dimostrato che alcune specie di batteri intestinali, oltre a contribuire a sviluppare i tumori, ostacolano l’efficacia di un tipo di immunoterapia oncologica, nota come blocco dei checkpoint immunitari (ICB, Immune Checkpoint Blockade), che si avvale di farmaci che bloccano cosiddette proteine checkpoint. Esiste un crescente interesse nel determinare la composizione microbica di un paziente al basale, per valutare la sua propensione a trarre beneficio dall’ICB o per determinare la sua sopravvivenza complessiva. «Volevamo convalidare le “impronte digitali” del microbioma intestinale associate al cancro, che avrebbero potuto fare una vera differenza per i pazienti», spiega Laurence Zitvogel(si apre in una nuova finestra), che ha coordinato il progetto ONCOBIOME(si apre in una nuova finestra). Ospitato dall’Istituto Gustave Roussy(si apre in una nuova finestra) in Francia, ONCOBIOME si è prefissato di identificare e descrivere in modo completo gli ecosistemi rilevanti per il cancro, utilizzando metodi affidabili e solidi.

Calcolo del rapporto tra batteri benefici e dannosi nel nostro intestino

Il settore oggi è in rapida evoluzione. È già possibile eseguire analisi metagenomiche shotgun(si apre in una nuova finestra) su campioni di feci, nonché test PCR(si apre in una nuova finestra) per tracciare i batteri benefici o dannosi per l’ospite. «Possiamo quindi calcolare un rapporto tra i due, chiamato toposcore, per valutare il rischio di resistenza all’immunoterapia.» Per comprendere meglio come il nostro microbioma intestinale interagisce con il cancro, l’équipe ha esaminato i dati provenienti da oltre 9 000 pazienti in 10 Paesi, riguardanti 4 tipi di cancro frequenti: seno, colon-retto, melanoma e polmone. «Volevamo identificare e convalidare le firme oncomicrobiomiche intestinali (GOMS, Gut OncoMicrobiome Signatures) specifiche del cancro, associate all’insorgenza della malattia, alla prognosi e alla risposta alla terapia. Poi volevamo integrare questi GOMS con altri tratti oncologici distintivi per progettare test in grado di prevedere l’insorgenza e la progressione della malattia», afferma Zitvogel.

Progettazione di test oncologici basati sulle firme dell’oncomicrobioma intestinale

ONCOBIOME ha condotto studi per testare l’impatto dei farmaci, come le benzodiazepine e gli antibiotici, sul microbioma, nonché le ripercussioni dello stile di vita e della dieta. Inoltre, la disbiosi intestinale è stata diagnosticata con campioni di feci e di siero. La convalida prospettica di questi test diagnostici attualmente viene realizzata in stretta collaborazione con aziende biotecnologiche che collaborano con vari ospedali in Europa. Sono in fase di sviluppo prebiotici come camu-camu(si apre in una nuova finestra) e castalagin(si apre in una nuova finestra) e probiotici come Clostridium butyricum e Akkermansia massiliensis in forma liofilizzata incapsulata. Inoltre, sono in corso studi randomizzati di fase II con bioterapie vive e trapianto di microbi fecali in alcuni paesi come Canada, Italia e Francia. «L’obiettivo finale è quello di affrontare il problema della disbiosi intestinale riducendo la prescrizione eccessiva di farmaci che hanno un impatto negativo sul microbiota intestinale. Anche cambiare dieta può essere fondamentale, così come assumere farmaci biologici vivi. Il trapianto di microbi fecali, in caso di grave disbiosi, può essere utile se effettuato subito prima di iniziare l’immunoterapia contro il cancro. «Queste manovre intercettive vengono sviluppate in diversi centri oncologici nell’ambito di studi randomizzati», spiega Zitvogel.

Un nuovo approccio al trattamento del cancro

Progetti come ONCOBIOME dimostrano che una barriera intestinale sana e un microbioma equilibrato, se lavorano insieme, sono necessari per la forma fisica e per la capacità di rispondere al meglio alle immunoterapie antitumorali. «È iniziata una nuova era», aggiunge Zitvogel: «Nessuno può ignorare la visione ecologica e del cancro “a tutto corpo”.»

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