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Biomarker Applications for Nanotechnology and Imaging in Diabetes

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Biomarcatori del diabete per una diagnostica precoce e non invasiva

La diagnosi precoce del diabete e il monitoraggio efficace della sua progressione potrebbero aiutare a prevenire lo sviluppo della malattia renale cronica. Gli scienziati europei hanno lavorato per sviluppare un semplice test delle urine che aiuti a raggiungere questo obiettivo.

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Il diabete rappresenta uno dei principali fattori di rischio del malfunzionamento irreversibile dei reni. Attualmente, per la nefropatia diabetica non esistono terapie, ma solo un trattamento che ne rallenta la progressione. Nei casi terminali, in cui la dialisi non è più efficace, l’unica soluzione è rappresentata dal trapianto degli organi. Altre cause della malattia renale terminale sono inoltre di carattere immunologico, infiammatorio ed ereditario, oltre che l’ipertensione cronica. Per diagnosticare precocemente i danni renali, salvando vite umane ed evitando gravi sofferenze, è necessario disporre di strumenti non invasivi. A questo scopo, il progetto UROSENSE (Biomarker applications for nanotechnology and imaging in diabetes), finanziato dall’UE, ha combinato la ricerca diabetologica più avanzata con la ricerca di alto profilo sulle proteine, al fine di identificare e convalidare nuovi biomarcatori. I ricercatori si proponevano di utilizzare questi biomarcatori per un test non invasivo delle urine che permettesse di monitorare la funzione renale e la progressione del diabete. Gli exosomi urinari, vescicole di dimensioni nanometriche, riflettono il proteoma di tutte le cellule epiteliali che rivestono il tratto urinario e il sistema di drenaggio. Per ottenere le informazioni diagnostiche, gli scienziati si sono concentrati sull’identificazione dei biomarcatori negli exosomi presenti in tutti i fluidi corporei. Il consorzio ha sviluppato e ottimizzato solidi protocolli di isolamento degli exosomi dall’urina e tecniche per il sub-frazionamento delle vescicole. Mediante dialisi di filtrazione idrostatica, gli scienziati hanno isolato vari biomarcatori urinari, raccogliendo informazioni sui loro pattern di glicosilazione tramite spettrometria di massa. Queste informazioni hanno supportato il loro isolamento e successivo utilizzo con metodi diagnostici convenzionali e innovativi. Gli studi sui campioni di pazienti europei e cinesi hanno convalidato la capacità della profilazione delle vescicole urinarie di diagnosticare le malattie renali e cardiovascolari. Complessivamente, i risultati hanno permesso di determinare le conseguenze specifiche del diabete a livello cellulare, rivelando nuove reti molecolari e nuove proteine di importanza diagnostica. Poiché i fattori ambientali e genetici influiscono sulla velocità di progressione della malattia, il consorzio internazionale UROSENSE ha integrato i dati relativi a biomarcatori specifici provenienti da diverse regioni del pianeta. L’intervento precoce può evitare il ricovero e la progressione della malattia allo stadio cronico per i pazienti pre-diabetici, con conseguenti vantaggi anche per i sistemi di assistenza sanitaria.

Parole chiave

Diabete, biomarcatori, malattia renale cronica, UROSENSE, exosomi

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