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Spianare la strada verso la neutralità climatica

Un nuovo documento politico evidenzia i principali risultati del progetto ConsenCUS e le raccomandazioni politiche riguardanti l’impiego delle tecnologie di cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio.

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Una transizione energetica di successo necessita di fonti e sistemi energetici nuovi e sostenibili. Ma cosa facciamo nel frattempo, in attesa che tali fonti e sistemi vengano sviluppati? La risposta è nelle soluzioni alternative in grado di colmare il divario tra le attuali emissioni di carbonio e l’obiettivo della neutralità climatica per il 2050. Una di queste soluzioni è rappresentata dalle tecnologie per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio (CCUS, Carbon Capture, Utilisation and Storage), il cui impiego incontra ostacoli importanti come normative e finanziamenti inadeguati, infrastrutture per il trasporto e lo stoccaggio della CO2 insufficienti e scarsa consapevolezza da parte del pubblico. Il progetto ConsenCUS, finanziato dall’UE, sta esaminando considerazioni e raccomandazioni politiche meno note, cosicché le tecnologie CCUS possano contribuire maggiormente alla transizione verso la neutralità climatica. Il progetto ha pubblicato un documento politico che presenta i risultati principali e sette raccomandazioni.

Considerazioni politiche

Le implicazioni più ampie dei risultati principali a cui è giunto il progetto potrebbero essere prese in considerazione dai responsabili politici europei nella definizione delle future politiche relative alle tecnologie CCUS. «La prima considerazione è che tecnologie di cattura della CO2 diverse hanno implicazioni ambientali diverse, che devono essere prese in considerazione quando si mettono in campo progetti di cattura della CO2», riferisce il documento. In secondo luogo, «vi sono dei compromessi tra le prestazioni, il consumo energetico e il fabbisogno di risorse delle unità di cattura della CO2». Una terza considerazione è che «qualsiasi tecnologia CCUS sviluppata ora deve essere in grado di operare in un mondo a zero emissioni» e, inoltre, «la diffusione dei progetti CCUS dovrebbe mirare a ottimizzare l’uso del sottosuolo ed esplorare le complementarietà tra lo stoccaggio della CO2 e gli usi alternativi del sottosuolo, come lo stoccaggio di idrogeno o di gas naturale, anche per i responsabili delle emissioni più remoti». Altre considerazioni includono l’urgenza di sviluppare e testare tecnologie di cattura della CO2 scalabili e applicabili a diversi tipi di emettitori, un compito impegnativo poiché i requisiti delle unità di cattura sono determinati dal tipo di attività industriale, dalle dimensioni e dall’ubicazione dei responsabili delle emissioni. «D’altra parte, i grandi emettitori e quelli situati in prossimità l’uno dell’altro (ad esempio, nei poli industriali) possono creare una domanda di sistemi di cattura con capacità multiutente e infrastrutture di trasporto, utilizzo e stoccaggio condivise. Ciò crea una serie di sfide diverse, poiché tale infrastruttura condivisa dovrà aggregare fonti di CO2 e usi finali molteplici (sia per l’utilizzo che per lo stoccaggio), e ciò richiede specifiche e standard armonizzati, nonché un solido modello di condivisione dei rischi e delle responsabilità, che non dovrebbero ricadere unicamente sul settore pubblico.» Infine, il coinvolgimento della comunità e dei portatori di interessi, incentrato sulle capacità, è fondamentale per l’attuazione dei progetti CCUS.

Sette raccomandazioni

I risultati ottenuti finora hanno portato a sette raccomandazioni politiche per il mutevole panorama politico dell’UE relativo alle tecnologie CCUS: In primo luogo, «l’impatto ambientale delle unità di cattura e conversione della CO2 dovrebbe essere un criterio chiave per valutare l’impatto degli obiettivi di queste tecnologie a livello europeo». In secondo luogo, «i percorsi CCUS devono essere adatti per funzionare in un mondo a zero emissioni». In terzo luogo, le valutazioni d’impatto delle strategie CCUS a livello europeo e nazionale dovrebbero includere anche le emissioni degli ambiti 2 e 3 dell’intera catena CCUS. La quarta e la quinta raccomandazione prevedono l’accelerazione dell’iter tecnologico CCUS e l’assoggettamento dell’infrastruttura condivisa di trasporto e stoccaggio della CO2 «a standard e modelli rigorosi per la condivisione della responsabilità derivante dalle fonti di CO2 e dagli utenti finali collegati all’infrastruttura». Inoltre, «gli Stati membri dovrebbero essere incaricati di definire una strategia globale e un quadro di finanziamento per la R&S, l’innovazione e l’impiego delle tecnologie CCUS». Infine, il coinvolgimento significativo delle comunità locali e dei portatori di interessi dovrebbe essere un requisito dei progetti CCUS. Il progetto ConsenCUS (CarbOn Neutral cluSters through Electricity-based iNnovations in Capture, Utilisation and Storage) terminerà nel 2025. Per maggiori informazioni, consultare: sito web del progetto ConsenCUS

Parole chiave

ConsenCUS, cattura del carbonio, utilizzo del carbonio, stoccaggio del carbonio, CCUS, CO2, neutralità climatica, documento politico

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